Abruzzo: Raccolta Differenziata di Qualità (RDQ) delle Materie Prime Seconde Rigenerative (MPSO-R)

Dalla rivoluzione delle buone pratiche virtuose quale misura di “prevenzione” per non produrre mai più rifiuti, la rivoluzione industriale green 4.0++.

È la nuova Economia Circolare Ideale Sistemica (ECIS) le cui linee guida sono contenute nella nuova Legge regionale “Filiere Virtuose, Energia ed Eco-Sostenibilità” (L.R. 45/2020 artt. 7 e 10 commi 2) e 8), un modello in primis culturale per un cambio radicale dei paradigmi sulla gestione dei rifiuti e dell’energia.

Replicabile in tutte le regioni d’Italia ad opera di Cittadini virtuosi interessati vede, quale prima regione pilota nonché capofila, l’Abruzzo.


«...Il prodotto più green è quello che già esiste, perché non preleva nuove risorse naturali per essere fabbricato»

Alcuni esempi delle filiere attuabili attraverso l’RDQ delle materie omogenee di qualità MPSO-R con le iniziali dieci categorie previste che i Cittadini, utenze domestiche e non, possono differenziare in totale autonomia “a monte” predisponendo i propri beni di scarto giornalieri, post-consumo o lavorazione, come materie vergini da vendere per il loro riciclo diretto ed evitando di produrre nuovi ed onerosi rifiuti.

Con la vendita delle materie differenziate di qualità, conseguente riduzione progressiva della tassa sui rifiuti TARI fino all’80% ai sensi delle norme vigenti che premiano le utenze virtuose per i rifiuti non prodotti.

 

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Nell’imminente futuro dell’Abruzzo, grazie al Progetto/Legge regionale  “Filiere Virtuose, Energia  ed Eco-Sostenibilità”, circa 700 mila tonnellate di materie differenziate di qualità resteranno in regione — su una media di ca. 455 kg annui di rifiuti procapite (ISPRA), per ca. 1.320.000 ab. (escludendo le imprese) — diventando risorse concrete per l’apertura di nuove eco-imprese (start-up o preesistenze riqualificate) che li riciclano totalmente, favorendo nuove vocazioni produttive d’innovazione e, di conseguenza, nuova occupazione a favore degli abruzzesi.

 

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Premesso che l’economia circolare è una locuzione che definisce un sistema pianificato (economico e di consumi) quale insieme di processi strutturati per auto-sostenersi, l’obiettivo maximo rispetto ai sistemi totalmente fallimentari finora usati per la gestione dei rifiuti — il modello lineare il peggiore (estrarre, usare e gettare, smaltire in discarica e di nuovo estrarre,..) e il modello reale figlio del lineare, seppur nascosto da slogan promettenti, ancora troppo inefficiente e molto costoso  —  è definire un nuovo modello alternativo che punta alla sostenibilità attraverso una concreta riduzione dell’eccessivo utilizzo di risorse naturali e di energia, sfruttando il “principio rigenerativo” al fine di ridurre quanto più possibile l’impiego di nuove risorse naturali e recuperare al 100% quelle già disponibili per un immediato reimpiego circolare.

Tale modello denominato “ideale” è solitamente applicato in un ambito industriale e, grazie alla costituzione di processi strutturati, risulta molto efficiente agli scopi.

 

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Diventa quindi importante e necessario un cambiamento culturale rispetto agli attuali modelli in uso, che favorisca un nuovo modo intelligente di fare consumo, più responsabile e più critico e che, contemporaneamente, permetta la progressiva ri-progettazione del design degli stessi beni di consumo — ereditati dalle pessime ideologie del modello lineare dell’usa e getta, o incenerisci con la scusa di produrre energia — affinché abbiano un lungo periodo di utilizzo posticipando l’obsolescenza, siano facili da gestire e/o riparare, siano compatibili a futuri miglioramenti ma, soprattutto, possano essere all’occorrenza disassemblati e ri-assemblati senza troppe difficoltà dallo stesso proprietario acquirente “a monte” e a costo zero, al fine di una immediata selezione omogenea di alta-qualità dei materiali che li compongono e che lo stesso potrà vendere all'occorrenza come materie vergini per essere utilizzati direttamente per nuove ed immediate rigenerazioni, evitando di farli diventare rifiuti e pagarne tutti gli oneri previsti.

Tale modello alternativo si chiama economia circolare ideale e sistemica alias Filiere Virtuose, Energia ed Eco-Sostenibilità, ovvero: riuso dei beni, materiali e sostanze immessi nel mercato, in nuovi cicli produttivi di riciclo riducendo al minimo gli sprechi, grazie anche all’introduzione del consumo critico e dell’innovazione sociale quali processi di cambiamento culturale responsabile che partono dal basso basati su nuove idee, nuovi modelli, prodotti e servizi che soddisfano dei bisogni sociali in modo alternativo ma più efficiente di quanto esistente o in essere e che, allo stesso tempo, creano nuove relazioni e nuove forme di cooperazione che portano all’applicazione, efficace e sostenibile, di pratiche importanti utili a soddisfare lo sviluppo economico e sociale delle comunità attive (cittadini, imprenditori,...etc), quali soggetti promotori ed attuatori dei nuovi paradigmi.

 

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Tale connubio è un modello unico che integra obietivi comuni tra soggetti di diversa natura che rappresentano il corpo del tessuto sociale delle comunità che operano nei rispettivi territori, nel valore qualitativo di queste relazioni e nella complessità dei modelli spontanei di governance. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità e il numero di azioni utili e vantaggiose a allo sviluppo della società stessa e al benessere collettivo quale bene comune inalienabile.


Alcuni degli ambiti prediletti da questi processi sono: istruzione e formazione, ambiente e diminuzione dell’inquinamento, riuso ed economia circolare, democrazia energetica,  economia compartecipata (sharing economy) e alloggi sociali (social housing), impresa soprattutto “benefit” e valore condiviso, miglioramento e complementarità delle condizioni di lavoro (welfare), valorizzazione culturale creativa ed artistica delle competenze, valorizzazione delle  identità e dei territori, sviluppo di nuove relazioni sociali solidali.

Le buone pratiche di innovazione sociale tendono a collocarsi tra il no-profit pubblico/privato e società civile (Comitati di volontariato, azione collettiva, etc).

Il potenziale impatto di una pratica innovativa sul contesto sociale è tanto più elevato quanto più inclusivo è il processo di coinvolgimento della comunità o delle comunità coinvolte, secondo modelli in continua evoluzione.

Pertanto è fondamentale la dimensione e la capacità collettiva — escludendo sterili individualismi speculativi — dove l’intuizione di un singolo può essere condivisa e svilupparsi sino a trasformarsi in pratica diffusa.

 

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Partendo quindi dalle buone pratiche del nuovo Progetto/Legge regionale Filiere virtuose, Energia ed Eco-Sostenibilità i Cittadini abruzzesi possono avviare e sostenere in totale autonomia lo sviluppo regionale di un importante rivoluzione industriale green (4.0++).

Grazie all’applicazione del consumo critico e dell’RDQ delle MPSO-R, si consoliderà un nuovo rapporto tra Cittadini virtuosi e le eco-imprese per la gestione dell’energia e del bene di scarto post-consumo o lavorazione che oggi, con l’attuale gestione dell’RD, diventa rifiuto (materiale di bassa qualità), nonché una tassa di smaltimento (TARI) a carico di utenze obbligate ad “inquinare”, loro malgrado.

Al contrario, con l’RDQ operato “a monte” i beni di scarto differenziati di qualità vengono predisposti come materie omogenee vergini che le utenze (domestiche e non) potranno vendere perché pronte per essere riciclate direttamente.

Quella che era una tassa per la raccolta e smaltimento (TARI) diventa di fatto un convenzionale costo industriale di approvvigionamento a carico dell’eco-impresa che li acquista a km zero e che svincola completamente il Cittadino virtuoso e il Comune di pertinenza da qualsiasi onere relativo.

Il suddetto costo industriale, decisamente minimo rispetto ai costi TARI, sparisce poichè spalmato sul valore di commercializzazione dei nuovi beni di consumo prodotti per un recupero totale di quanto l’eco-impresa ha investito.

Essendoci meno tasse e meno costi da sostenere a carico dei Cittadini virtuosi, ci saranno più risorse da spendere per i suddetti nuovi beni di consumo che rilanceranno di conseguenza anche il mercato interno. Inutile elencare gli innumerevoli settori di produzione e servizi, su base standard o d’innovazione, che possono essere sostenuti grazie alle tante filiere virtuose operabili rinnovando anche vocazioni tradizionali.

 

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Il nuovo modello ECIS per l’Abruzzo rivoluzionerà completamente il rapporto tra le eco-imprese e i Cittadini virtuosi Prosumer (consumatore/produttore) che sarà sempre di più orientato verso una partecipazione diretta di questi ultimi nelle strategie relative alle attività di progettazione, produzione e consumo, ma anche alla costituzione delle stesse eco-imprese, attraverso l’utilizzo di un proprio Fondo di Equity Crowdfunding auto-gestito (grazie all’RDQ e la vendita delle MPSO-R e delle energie) a corresponsione di quote dei dividendi annui, nonché al mantenimento delle condizioni prescritte dalla Legge regionale a favore di nuova occupazione e sostegno della ricchezza procapite e territoriale abruzzese.

 

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PRINCIPALI VANTAGGI DELLE FILIERE VIRTUOSE, ENERGIA ED ECO-SOSTENIBILITA'


Per le utenze (domestiche e non) costituenti il Comitato locale attuatore dei Cittadini virtuosi:

  • grazie all'RDQ/MPSO-R, azzeramento della produzione di rifiuti e dell’indifferenziato;
  • predisposizione “a monte” dei propri beni di scarto in materie di qualità (MPSO-R) da vendere come materie vergini pronte al riciclo diretto;
  • riduzione della tassa sui rifiuti TARI, per la parte variabile, fino all’80%;
  • ciascun Comitato regionale costituisce una comunità energetica di Prosumer che può auto-produrre energia elettrica e idrogeno per auto-consumo e vendita dei surplus alle stesse utenze non-domestiche associate;
  • grazie alle compravendita delle materie di qualità e delle energie, ciascun Comitato regionale può creare un Fondo economico collettivo annuo come Crowdfunding a disposizione di opere programmate dallo stesso Comitato (salvaguardia ambientale, cultura e scuola, sociale, mobilità ed energia,...), o per azionariato all'apertura di nuove eco-imprese sul proprio territorio comunale.

Per i Comuni, all’aumentare delle adesioni delle utenze virtuose per l’RDQ/MPSO-R:

  • riduzione fino all’azzeramento della produzione dei rifiuti e dell’indifferenziato;
  • riduzione o esclusione della sanzione per i mancati minimi di RD (min. 65%) poiché all’aumento delle adesioni di tutte le utenze e del recupero con l’RDQ, la percentuale cresce fino a circa il 98,8% (dati ISPRA);
  • in accordo con i Cittadini virtuosi (utenze domestiche e non), compensazione di eventuali debiti a bilancio con la concessionaria di gestione RD grazie al maggior valore commerciale delle materie di qualità, come materie vergini.

Per la Regione Abruzzo:

  • prima regione d’Italia verso una riduzione concreta dei costi generali di gestione rifiuti perché non più prodotti e progressivo aumento della percentuale di recupero (fino al 98,8%), oggi ancora troppo bassa nonostante la presenza sul territorio di alcuni Comuni ricicloni.

Per le società acquirenti:

  • se concessionari della gestione dell’RD rifiuti — attività di recupero programmata per una, max due volte, al mese invece che giornaliera e maggiore quantità di materie di qualità recuperate pronte per essere vendute come materie vergini;
  • se start-up o eco-imprese riqualificate — approvvigionamento di energia e di materie di qualità al pari delle vergini a km zero a costi molto convenienti per essere più competitivi sul mercato interno e l’export.

© A.F.V.